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L'11 settembre di Thomas Hoepker




Probabilmente é la data più tristemente nota della storia contemporanea. Quasi 3300 persone persero la vita a New York in quel giorno, più di quante fossero coinvolte in tutti gli altri attentati terroristici messi insieme. E il numero avrebbe potuto essere di molto superiore se consideriamo che 50.000 newyorchesi lavoravano presso il World Trade Center, sede di quasi 350 aziende e visitato da circa 100.000 individui al giorno. Per la prima volta aerei civili furono usati come vere e proprie armi di sterminio di massa e quello sterminio fu seguito praticamente in tempo reale dagli Americani e dal resto del mondo, grazie ad un fenomeno mediatico che ha amplificato la portata dell'atto terroristico.

Le immagini delle torri in fiamme, del secondo aereo che si infila tra il settantacinquesimo e l'ottantacinquesimo piano della torre sud, del collasso definitivo rimarranno indelebili nelle nostre menti e nei nostri cuori.


Ma c'e una fotografia di Thomas Hoepker che mi turba particolarmente. Un gruppo di giovani in primo piano che chiacchierano rilassati e sullo sfondo le torri che collassano, in un contrasto fortissimo, surreale che rende l'immagine iconica di una moderna società mediatica che ti permette di osservare da lontano e in tutta comodità le tragedie degli altri.

E pensare che quella foto é frutto di un errore di valutazione, per così dire.


Mi ero appena seduto a fare colazione quando squillò il telefono, era la direttrice editoriale di Magnum, Rebecca Ames. Erano passati più o meno cinque minuti dall'attacco del primo aereo. Rebecca vive a Brooklyn e dalla finestra di casa sua vedeva uscire del fumo dal World Trade Center. Era completamente sconvolta e io non riuscivo a credere alle sue parole. Poi accesi la TV (...) vidi il secondo aereo colpire in diretta l'edificio e per un istante mi sentii completamente inerme. A un certo punto si comincia a pensare da professionisti e mi dissi devi fare qualcosa, devi semplicemente uscire e metterti a scattare.

Così Hoepker si mise in auto, ma già all'altezza di Second Avenue risulta chiaro che é impossibile spingersi attraverso la città fino a Downtown Manatthan. Allora decide di imboccare il Queensboro Bridge, ma si ritrova al di là dello stretto marittimo.


Ero intrappolato dall'altra parte dell'East River e non potevo tornare indietro verso Manhattan. Quindi scattai la maggior parte delle mie foto da Brooklyn e camminando su e giù lungo il Manhattan Bridge.

Foto di copertina Thomas Hoepker


ciao, Mic

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